Il termine
UTOPIA fu coniato da Thomas More e deriva da un gioco di parole, essa è infatti sintesi di due termini, entrambi di derivazione greca:
- utopia → "Non luogo" ("ou" "topos")
- eutopia →"Buon luogo" ("eu" "topos")
Utopia è anche il del titolo dell'opera più importante di Thomas More (il cui titolo originale è
Libellus vere aureus, nec minus salutaris quam festivus de optimo rei publicae statu, deque nova insula Utopia). Il romanzo è diviso in due libri: nel primo 3 personaggi discutono della situazione socio-politica inglese del tempo, nel secondo è narrato il viaggio di uno di loro nell'isola denominata appunto Utopia. Il territorio gioca un ruolo fondamentale nel pensiero utopico di More (e cosi sarà anche per gli utopisti successivi). Nel romanzo l'isola è descritta in maniera molto minuziosa sia in termini di conformazione geografica (ha la forma di una falce), sia in termini storici. La
conformazione fisica del luogo è talmente importante per Thomas More
che la prima edizione del romanzo conteneva una mappa incisa nel legno. La descrizione del luogo ci aiuta a comprendere lo sviluppo e l'essenza di quel territorio. Ad esempio, grande importanza nel romanzo assume l'avvento di Re Utopo, colui che ha unificato il territorio dell'isola abolendo la proprietà privata. Uno dei fattori che rendono Utopia il territorio ideale, infatti, è la concordia tra tutte le 50 grandi città dell'isola, instauratasi in seguito alla presenza di un'unica lingua e costumi, leggi e istituzioni simili.
In altre parole, il territorio utopico è un ingrediente necessario, come si può già intendere dall'etimologia della parola stessa 'utopia', perchè fornisce agli utopisti un luogo fisico dove sviluppare il loro pensiero. Sebbene non esista, viene descritto come reale, con tutte le sue sfaccettature e problematiche, in tal modo rende il pensiero utopico meno ideale e più "possibile".
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