martedì 28 aprile 2020

IL TERRITORIO AI TEMPI DEL COVID-19 (#step11)

In questi giorni caratterizzati dall'emergenza nazionale e mondiale causata dal virus SARS-CoV-2, avrete sicuramente sentito pronunciare spesso la parola 'territorio' o frasi che richiamassero il termine: chiusura dei confini nazionali e regionali, istituzione delle cosidette "zone rosse".
Anche solo il termine pandemia contiene in sè un'esplicito riferimento al concetto di territorio. Deriva dal greco, "pan"e "demos", letteralmente "tutto il popolo": il virus non ha confini, il territorio su cui agisce è quello mondiale.
In un periodo come questo si rende maggiormente evidente la necessità di una correlazione tra filosofia e scienza, perchè, sebbene la seconda, con i suoi studi ed esperimenti, rappresenti il punto di riferimento da seguire, la prima permette di esaminare le molteplici sfaccettature del virus e gli conferisce un respiro globale collegando l'ambito scientifico a svariati altri campi colpiti
dall'emergenza.
Uno dei temi più caldi è, ad esempio, quello della 'sanità territoriale' che in molti casi si è mostrata inefficiente e lacunosa. Perchè è fondamentale questo argomento?
Uno schema molto riassuntivo e semplificativo.
Il Sistema Sanitario Nazionale aveva ed ha il compito di gestire la pandemia e monitorarne l'andamento, ciò è possibile, unicamente, se esiste una fitta rete di comunicazione tra tutti gli enti sanitari del paese. Mi spiego meglio: con gli ospedali al collasso è necessario che le Aziende Sanitarie Locali si attivino per verificare il trend del contagio a livello territoriale, controllando gli asintomatici e i contagiati che non necessitano di ospedalizzazione. In questo passagio entra in gioco un concetto analizzato più volte all'interno del blog: le varie sfaccettature e i vari livelli del termine 'territorio' (questa immagine è molto esplicativa a riguardo). Facciamo un esempio pratico: la nazione è un territorio molto grande, pertanto delega parte del lavoro alle regioni, enti territoriali minormente estesi che possono agire in maniera più specifica servendosi della propria rete capillare di enti sanitari sparsi nelle province, nei comuni e nei quartieri. Affinchè questo meccanismo funzioni al meglio è necessario che ogni ingranaggio comunichi e interagisca con gli altri. Ogni parte dev'essere attrezzata con uomini e mezzi adeguati per agire nella propria area di competenza. In altre parole, è necessario comprendere che ogni micro-territorio dev'essere ben strutturato per sostenere al meglio il macro-territorio.

giovedì 23 aprile 2020

VITA E TERRITORIO NEL RE LEONE (#step10)


Questa scena molto nota del Re Leone, spiega in maniera eccelente molti concetti presenti nel blog:
  • Si concentra sui confini, aspetto fondamentale nella definizione del termine;
  • La relazione di corrispondenza tra il territorio (la natura) e chi lo abita: la similutidine sul calar del sole, la spiegazione sul cerchio della vita, identificando così l'essere nel territorio stesso;
  • La responsabilità che hanno i governanti nell'amministrare il territorio, cercando di mantenere l'equilibrio tra chi lo abita, riprendendo quanto detto in 'Repubblica' da Platone circa lo Stato ideale.

sabato 18 aprile 2020

IL TERRITORIO IN ARTE (#step9)

Paul Cèzanne:"Mont Sainte-Victoire", 1905, olio su tela, Kunsthaus di Zurigo
L'artista era molto legato a questo territorio, infatti ha rappresentato questo scorcio in moltissimi suoi dipinti. E' importante notare come, attraverso la scomposizione in forme semplici, le pennelate vigorose e i colori accesi e "viventi", Cèzanne si concentri su due aspetti che abbiamo già analizzato in alcuni post precedenti:
  • La ricerca della coesistenza tra divenire e stasi, dipingendo più volte e in diversi momenti del giorno lo stesso paesaggio;
  • Il rapporto tra il territorio e l'uomo, tentando di dipingere non solo il paesaggio ma anche le emozioni trasmesse da esso.

giovedì 16 aprile 2020

PLATONE, STATO IDEALE E TERRITORIO (#step8)

«Ecco dunque», ripresi, «il limite migliore a cui i nostri governanti devono attenersi nel determinare la grandezza della città e in base a questa l'estensione dei suoi confini, lasciando perdere ogni altro territorio».
«Quale limite?», domandò.
«Questo, credo», risposi: «che la città si ingrandisca fino al punto in cui possa, crescendo, conservare la sua unità, e non oltre».
Repubblica, Libro IV

'Repubblica' è un'opera di Platone, nella quale quest'ultimo espone la sua teoria dello Stato e della Giustizia. Il dialogo, forma di scrittura prediletta dal filosofo, vede come protagonista principale Socrate, portavoce del pensiero platonico. Interrogato dai suoi interlocuotori circa il concetto di Giustizia in sè, Socrate cerca una risposta tentando di definire lo Stato giusto ed analizzando il processo di formazione di una civiltà. Afferma che, inizialmente, la polìs non è nient'altro che una piccola civiltà di artigiani e contadini, i quali si sostentano attraverso il proprio lavoro e conducono una vita umile. Successivamente, sfruttando come pretesto un intervento di Glaucone (uno degli interlocutori), la piccola polìs del racconto di Socrate si espande e dunque vengono introdotte nuove ricchezze e figure lavorative (come mercanti, servi, ecc... ). Proprio il lusso introdotto sarà causa della corruzione fisica e morale della civiltà. Platone, sempre tramite la voce di Socrate, procede perciò, all'esposizione della teoria dello Stato ideale. L'organizzazione di quest'ultimo, in accordo con la dottrina sull'anima, prevede una tripartizione della società: i filosofi devono amministrare la città-stato, i guardiani hanno il compito di far rispettare la legge ed essere allenati nell'arte della guerra, i lavoratori devono produrre i beni necessari al sostentamento della popolazione.
Fonte: Filosofia politica: dal pensiero antico ad oggi

Ognuno deve eseguire il compito assegnato lui, non dallo stato, bensì dalla natura stessa. Ciò, oltre a garantire il buon funzionamento della polis, permetterà ad ognuno di essere felice, perchè ogni cittadino realizzerà se stesso seguendo l'inclinazione della propria anima.
Il concetto di territorio è fondamentale in questa teoria: come si legge nella citazione proposta all'inizio del post, i governanti devono essere capaci di non allargare eccessivamente i confini della polìs, altrimenti metterebbero a rischio l'unità della stessa, anche perchè, come già detto, è la natura ad assegnare il compito ad ogni cittadino, quindi è come se fosse il territorio a definire lo Stato e non viceversa.

domenica 12 aprile 2020

I LUOGHI ARIOSTESCHI (#step7)

Continuiamo il nostro viaggio all'interno della letteratura spostandoci sulla poesia. Un componimento che presenta il concetto di territorio in maniera alternativa e brillante è 'L'Orlando Furioso' di Ludovico Ariosto.
L'opera poetica, del tutto innovativa nel suo genere, presenta molte descrizioni di luoghi e paesaggi, per lo più fantastici che si intrecciano e sono fondamentali allo scrittore per portare avanti il racconto.
In primis essi danno la possibilità ad Ariosto di utilizzare il metodo dell'entrelacement che consiste nel raccontare le vicende di un personaggio fino ad un punto di tensione per poi virare la narrazione verso altre vicende. Infatti, caratteristica peculiare dei territori ariosteschi è la capacità di creare contemporaneità e ciò li rende i punti di riferimento fissi che permettono all'autore di portare avanti i moltissimi filoni narrativi.

Non solo, 'L'Orlando Furioso' è un'opera emblematica nella correlazione tra territorio e uomo. Le descrizioni dei luoghi svelano, spesso, la psicologia, le emozioni e/o gli scopi dei personaggi:
"L'Ariosto spazializza il mondo della coscienza" G.Barlusconi
Il territorio rivela quindi l'essenza del personaggio. O, più in generale, possiamo dire che i luoghi del Furioso sono simbolici e significanti. Ne è un esempio il palazzo di Atlante, dove ognuno crede di vedere ciò che sta cercando e si perde alla sua ricerca, che è un'allegoria di tutta l'opera (si ricordi, infatti, che l'inchiesta è uno dei temi principali).

Buona parte delle vicende si svolge in paesaggi fantastici, fiabeschi o descritti come tali. Tuttavia, se sottoposto ad una più attenta analisi, l'insieme dei luoghi ariosteschi è strettamente correlato al reale e non è solo trascendente e immaginario, ma complementare e simmetrico ad esso. Si pensi, ad esempio, alla Luna (della quale riporto la descrizione di seguito) che è il luogo dov'è raccolto tutto ciò che è stato perso sulla Terra.
"Veggon per la più parte esser quel loco
come un acciar che non ha macchia alcuna
e lo trovano uguale, o minor poco
di ciò ch’in questo globo si raguna
[...]
Quivi ebbe Astolfo doppia maraviglia:
che quel paese appresso era si grande,
il quale a picciol tondo rassimiglia
a noi che lo miriam da queste bande;
e ch’aguzzar conviengli ambe le ciglia,
s’indi la terra e l’mar ch’intorno spande
discerner vuol; che non avendo luce,
l’imagin lor poco alta si conduce.
Altri fiumi, altri laghi, altre campagne
sono là su, che non son qui tra noi;
altri piani, altre valli, altre montagne,
c’han le cittadi, hanno i castelli suoi
con case de le quai mai le più magne
non vide il paladin prima nè poi:
e vi son ample e solitarie selve,
ove le ninfe ognor cacciano belve."
Orl.Fur, c. XXXIV, 70-72. (tratto dalla tesi di laurea: I luoghi del Furioso)

VERGA, I MALAVOGLIA E IL TERRITORIO (#step6)

Nel post Il territorio nei miti abbiamo iniziato un viaggio all'interno del mondo della letteratura per individuare e analizzare il concetto di territorio all'interno dei vari generi narrativi.Questa volta ci concentreremo sulla letteratura narrativa. Sono numerosi gli esempi di poemi e racconti in cui il territorio assume un ruolo centrale e particolarmente importante: 'Il giro del mondo in 80 giorni' di Jules Verne, 'Patagonia Express' di Luis Sepulveda, 'Un indovino mi disse' di Tiziano Terzani, solo per fare alcuni esempi. Questi ed altri racconti descrivono, spesso anche minuziosamente, un territorio (solitamente l'occasione per farlo è la narrazione di un viaggio) e la sua popolazione. Tuttavia, un altro autore che affronta il concetto brillantemente è Giovanni Verga. Lo notiamo, infatti, nella sua opera maggiormente nota: I Malavoglia.
La storia della famiglia Toscano, originaria di Aci Trezza (paese siciliano), infatti, è fortemente caratterizzata dal concetto di territorio, che sebbene rimanga sullo sfondo, influenza in maniera significativa gli eventi della trama. Sin dall'incipit, la partenza di 'Ntoni per la leva militare e tutto ciò che ne consegue ci fanno subito tratteggiare un confine tra il luogo conosciuto e sicuro rappresentato da Aci Trezza e, più nello specifico, dalla 'Casa del Nespolo' (l'abitazione della famiglia) e la città, simbolo del territorio da esplorare e del divenire. Non a caso, uno dei temi principali è il cosidetto 'ideale dell'ostrica': così come le ostriche, se staccate dallo scoglio che consente loro di sopravvivere, muoiono, così i personaggi se si allontanano dalle loro abitudini di vita (e di conseguenza anche dal loro luogo natìo) finiscono per soccombere, a meno che non si adattino alla loro nuova condizione.
La vita condotta dai protagonisti, basata prima sull'agricoltura e poi, per sanare un debito, sulla pesca, ci descrive il territorio siciliano e la sua economia; il linguaggio popolare e pieno di locuzioni dialettali, proprio del verismo,  fa sì che il lettore si immerga nel luogo della scena; l'importanza assunta dal chiacchericcio dei compaesani ci fa capire come il territorio e la comunità influenzino la vita quotidiana. In più, anche il titolo, si rifà ad una tradizione del popolo siciliano: le famiglie sono spesso soprannominate per antitesi con i fatti reali, così i Toscano, molto dediti alla fatica e al lavoro, diventano i 'Malavoglia'.
Tornando alla distinzione tra la Casa del Nespolo e la città, notiamo come i Malavoglia ci offrano, partendo dal concetto di territorio, due spunti filosofici su cui ci siamo soffermati più volte nel blog:
  • L'esistenza di vari livelli di territorio: la Casa del Nespolo come nido familiare, Aci Trezza luogo piccolo, statico, abitudinario e sicuro, la città luogo mondano e della perdizione e l'Italia, infatti tutta la storia nasce dalle conseguenze dell'Unità d'Italia che costringe 'Ntoni e Luca al servizio di leva;
  •  La necessità di abbracciare e far coesistere allo stesso tempo il divenire e la staticità. Infatti, se padron 'Ntoni non affronta il cambiamento e rimane ancorato agli antichi valori portando la famiglia alla rovina, allo stesso modo il giovane 'Ntoni parte per la città, perdendo però le proprie tradizioni e dimenticandosi le sue origini finendo in carcere. (Per approfondire questo concetto:Il territorio come essere è un post dove analizzo i pensieri di Eraclito e Parmenide rapportandoli al concetto di territorio).

sabato 4 aprile 2020

IL TERRITORIO COME ESSERE

Una delle branche più note e più affascinanti della filosofia è l'ontologia. La parola deriva dal greco: "logos"-->'discorso' ed "ontos"--> 'essere'. E' quindi la branca che si occupa dello studio sull'essere. Senza avere la presunzione di esplorare un campo così ampio, volevo concentrarmi su due pensieri che, a mio parere, hanno cambiato totalmente l'accezione di essere e i pensieri seguenti e che ho ricondotto al concetto di territorio: l'essere eracliteo e l'essere parmenideo.

Il fiume, rappresentazione del "Panta-Rei".(Tratto da:Mindful coaching)
Eraclito era un filosofo greco antico, che basò il suo pensiero sull'assunto "panta-rei" ovvero 'tutto scorre'. Egli era convinto, infatti, che l'essere fosse mutevole e che la realtà fosse in continuo divenire. Aristotele scrive che l'archè (ovvero quel principio da cui tutto ha origine, ricercato da tutti i filosofi greci antichi) per Eraclito era il fuoco, infatti esso è l'immagine perfetta del divenire: condensandosi, diventa aria, quindi acqua e poi terra; dopodiché, esso può rarefarsi per tornare ad essere acqua, aria, e in seguito fuoco. Un altro aspetto importante del pensiero eracliteo è la concezione della vita come guerra degli opposti, essi infatti sono legati da un rapporto di mutua dipendenza e non esisterebbe l'uno senza l'altro, questo rapporto di conflitto e interdipedenza degli opposti è il logos, la legge che regola il divenire della realtà.
Rappresentazione dell'essere parmenideo.(Tratto da:Medium)

Parmenide era un filosofo greco antico di Elea. Molti lo considerano il "creatore" dell'ontologia, in quanto è stato il primo a parlare di essere in modo esplicito. Potremmo dire che l'assunto che governa il suo pensiero è "l'essere è e non può non essere; il non essere non è e non può essere". Quello che può sembrare uno scioglilingua incomprensibile, spiega come per Parmenide la molteplicità e il divenire del mondo fisico siano illusori, al contrario, l'essere è imperituro, ingenerato e immobile.

Due pensieri che possono sembrare apparentemente così diversi, presentano in realtà dei punti di contatto, tant'è che molti filosofi provarono in seguito ad "unire" le due idee.
Ecco, secondo me il territorio è un concetto che può sintetizzare bene le due linee di pensiero. Il territorio, infatti, è inevitabilmente legato allo spazio-tempo, tuttavia presenta anche caratteristiche che rimangono invariate. Pensiamo, ad esempio ad un argomento già affrontato: il folclore (le tradizioni popolari). Noi pratichiamo usi e costumi derivanti da anni di storia del territorio (immutabilità), tuttavia senza accorgercene potremmo anche crearne degli altri (divenire). La popolazione che abita un territorio può aumentare, magari integrando abitanti di altri paesi che portano nuove culture e usanze (divenire) che si vanno ad aggiungere a quelli già esistenti (immutabilità). Può cambiare il governo di uno stato (divenire) ma ne rimane immutata la sua costituzione (immutabilità).
Spero che questi pochi esempi utili a semplificare ciò che volevo spiegare abbiano aiutato a comprendere che il territorio, come l'esistenza, ha sempre bisogno di innovazioni e tradizioni, che devono convivere insieme per dar luogo alla vita!

IL RAPPORTO TERRITORIO/UOMO E IL FOLCLORE

L'antropologia è sicuramente una delle scienze che studia maggiormente il territorio concentrandosi prevalentemente sul suo rapporto con l'uomo. Nel post 'Il territorio nei miti e nei racconti' avevo cercato di spiegare brevemente, partendo dai miti, il rapporto tra uomo e territorio sottolineando come esso sia tutt'altro che direzionale, anzi, è strettamente biunivoco.
Il folclore è definito come forma di cultura popolare derivante da tradizioni tramandate di solito oralmente riguardanti usi, costumi, racconti, proverbi, danze, canti. Il tutto riferito ad una specifica area geografica, ad una comunità. Questa definizione può essere vista "applicando" ad essa vari "livelli" del concetto di territorio, vediamo degli esempi:
  • In Italia siamo soliti offrire un caffè agli ospiti (in Inghilterra, per esempio, magari offrono il tè);
  • Nel Salento alle feste locali si balla la pizzica;
  • A Carmagnola ogni anno c'è la sagra del peperone.
Oltre a visualizzare le possibili diverse concezioni di territorio (Pensare per immagini), notiamo come un territorio definisca e allo stesso tempo sia definito da questi usi e costumi tradizionali, o meglio, da come un territorio identifichi e allo stesso tempo sia identificato dalla comunità che lo abita.

venerdì 3 aprile 2020

PUBBLICITA' E TERRITORIO (#step5)

In ambito pubblicitario, il concetto di territorio viene utilizzato molto spesso con modalità e scopi diversi a seconda del prodotto o servizio che si vuole vendere.
Pensiamo ad esempio, a tutte quelle pubblicità di prodotti alimentari che solleticano il nostro sentimento patriottico esaltando il luogo dove viene prodotto, coltivato o lavorato il cibo che ci vogliono vendere. Questo processo è stato maggiormente utilizzato nel periodo recente vista l'attenzione posta sull'alimentazione sana e a kilometro zero.
Un altro esempio concerne i messaggi pubblicitari di servizi turistici, ove è insito e spontaneo, inserire immagini e contenuti di vario genere sulle bellezze e le attrazioni del luogo.
Equiparando la propaganda politica ad una pubblicità, notiamo come, anche qui, si cerchi spesso di far leva, attraverso il concetto di territorio, sul sentimento patriottico e di comunità dei cittadini.

Noi tutti siamo legati al nostro territorio e questo nostro senso di appartenenza viene "sfruttato" nei messaggi pubblicitari così come molti altri aspetti che ci interessano o accomunano. Ecco un esempio di quanto appena affermato (pubblicità della birra Messina):


giovedì 2 aprile 2020

IL TERRITORIO NEL MITO E NEI RACCONTI (#step4)

"Le storie antiche sono, o sembrano, arbitrarie, prive di senso, assurde, eppure a quanto pare si ritrovano in tutto il mondo. Una creazione “fantastica” nata dalla mente in determinato luogo sarebbe unica, non la ritroveremmo identica in un luogo del tutto diverso" (Claude Lévi-Strauss)
 Il concetto di territorio permea ampiamente i vari generi narrativi. In particolare, la tipologia di mito che presenta maggiori e più affascinanti collegamenti con il territorio è il mito di fondazione.
La famosa lupa che allatta Romolo e Remo. (Fonte: Roma Fanpage)
I racconti che rientrano in questa categoria narrano la nascita di entità politico-sociali. In linea generale, la trama prevede che un eroe venga condotto da un personaggio o un evento mitico (ad esempio: un animale, un dio o un sogno) ad un luogo dove avrà il compito di far sorgere una nuova città o civiltà. Alcuni esempi sono: la leggenda di Romolo e Remo (ripresa poi da Virgilio nell' Eneide) o il mito di Teseo che fonda Atene (Podcast su alcuni miti di fondazione). Una "sottocategoria" del mito di fondazione è il mito cosmogonico, ovvero il genere che affronta l'origine e la creazione del mondo, molto presente nella mitologia greca. Uno dei motivi che più ricorre in questi racconti è quello di un entità, sovrannaturale o no, che plasma una massa informe o, più in generale, dà ordine al caos, per creare il nostro pianeta (5 miti greci sulla creazione del mondo).
I miti di fondazione, ma anche molti altri racconti ancora più particolari, sono caratteristici di ogni territorio, hanno generato alcune abitudini e scaramanzie dei popoli e vengono raccontati orgogliosamente ai turisti in visita.
Un mito caratteristico della città di Torino, ad esempio, è che il capoluogo piemontese sia stato fondato da Fetonte che scelse questa strategica posizione geografica, dove il fiume Po incontra il fiume Dora, al fine di innalzare un centro di culto al Dio Api, divinità egizia che veniva rappresentata proprio con le sembianze di un toro, ma ci sono numerosi altri racconti su questa magnifica città (ad esempio, è avvolta nel mistero perchè si dice che sia un vertice del triangolo della magia nera e anche di quello della magia bianca).
Parlandovi di un'altra città italiana affascinante, vi cito a titolo esemplificativo, una tradizione leccese: in Piazza Sant'Oronzo, luogo centrale del capoluogo salentino, si trova sulla pavimentazione un mosaico rappresentante il simbolo della città, la lupa sotto il leccio. Una leggenda popolare vuole che per gli studenti universitari sia molto sfortunato calpestare la lupa in quanto allontana il momento della laurea!
I racconti sono quindi parte integrante del substrato che identifica un territorio, il quale andrà poi, a sua volta, ad identificare una comunità o civiltà.
Questo processo è l'essenza del concetto di territorio: esso individua un popolo, ma è, allo stesso tempo, identificato dal popolo stesso. Questo perchè i due concetti sono indissolubili e strettamente correlati (per approfondire questo concetto vi invito a leggere quest'altro post: Il rapporto territorio/uomo e il folclore)

SINTESI FINALE (#step24)

Il nostro viaggio alla scoperta del concetto di territorio è cominciato analizzandone la definizione . Accostando a questa ricerca un approf...