giovedì 16 aprile 2020

PLATONE, STATO IDEALE E TERRITORIO (#step8)

«Ecco dunque», ripresi, «il limite migliore a cui i nostri governanti devono attenersi nel determinare la grandezza della città e in base a questa l'estensione dei suoi confini, lasciando perdere ogni altro territorio».
«Quale limite?», domandò.
«Questo, credo», risposi: «che la città si ingrandisca fino al punto in cui possa, crescendo, conservare la sua unità, e non oltre».
Repubblica, Libro IV

'Repubblica' è un'opera di Platone, nella quale quest'ultimo espone la sua teoria dello Stato e della Giustizia. Il dialogo, forma di scrittura prediletta dal filosofo, vede come protagonista principale Socrate, portavoce del pensiero platonico. Interrogato dai suoi interlocuotori circa il concetto di Giustizia in sè, Socrate cerca una risposta tentando di definire lo Stato giusto ed analizzando il processo di formazione di una civiltà. Afferma che, inizialmente, la polìs non è nient'altro che una piccola civiltà di artigiani e contadini, i quali si sostentano attraverso il proprio lavoro e conducono una vita umile. Successivamente, sfruttando come pretesto un intervento di Glaucone (uno degli interlocutori), la piccola polìs del racconto di Socrate si espande e dunque vengono introdotte nuove ricchezze e figure lavorative (come mercanti, servi, ecc... ). Proprio il lusso introdotto sarà causa della corruzione fisica e morale della civiltà. Platone, sempre tramite la voce di Socrate, procede perciò, all'esposizione della teoria dello Stato ideale. L'organizzazione di quest'ultimo, in accordo con la dottrina sull'anima, prevede una tripartizione della società: i filosofi devono amministrare la città-stato, i guardiani hanno il compito di far rispettare la legge ed essere allenati nell'arte della guerra, i lavoratori devono produrre i beni necessari al sostentamento della popolazione.
Fonte: Filosofia politica: dal pensiero antico ad oggi

Ognuno deve eseguire il compito assegnato lui, non dallo stato, bensì dalla natura stessa. Ciò, oltre a garantire il buon funzionamento della polis, permetterà ad ognuno di essere felice, perchè ogni cittadino realizzerà se stesso seguendo l'inclinazione della propria anima.
Il concetto di territorio è fondamentale in questa teoria: come si legge nella citazione proposta all'inizio del post, i governanti devono essere capaci di non allargare eccessivamente i confini della polìs, altrimenti metterebbero a rischio l'unità della stessa, anche perchè, come già detto, è la natura ad assegnare il compito ad ogni cittadino, quindi è come se fosse il territorio a definire lo Stato e non viceversa.

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